Questo libro porta in
Birmania, in India, in Malesia e, soprattutto, porta nel passato, agli ultimi anni del '800, quando la Birmania era un regno, meraviglioso, ma in in declino, e l'Impero Britannico si espandeva in Asia nel pieno del suo periodo coloniale.
Amitav Ghosh tratteggia un romanzo epico sulla storia di una famiglia, che si dipana dalla caduta del regno di Birmania e la sua annessione nell'Impero Britannico, fino alla lotta politica di
Aung San Suu Kyi contro il regime militare. E' la storia di
3 generazioni che parte da Rajkumar, ragazzino orfano e povero che assiste all'invasione dell'esercito britannico in Birmania e alla caduta del Re, portato in esilio in India, e diventa ricchissimo commerciando in legname pregiato birmano principalmente con gli inglesi. Perderà poi tutto a causa della
Seconda Guerra Mondiale e si rifugerà in India, rimpiangendo per sempre la Birmania. La seconda generazione della famiglia, invece, si troverà a
vivere in un mondo dominato dagli inglesi, cercando, o di farne parte, come Anjur Roy che riesce ad arruolarsi nell'esercito anglo-indiano, o di seguire Gandhi ed impegnarsi per ridare la libertà all'India, come Uma Roy. Il romanzo termina a Mandalay, dove era iniziato, con Jaya, nipote di Rajkumar, che torna in Birmania (ora Myanmar), alla ricerca delle sue origini.
Il colonialismo e il post colonialismo,l'Impero Britannico e le sue responsabilità, le sue influenze, il rapporto tra le tradizioni e la modernità in un romanzo godibilissimo e che io ho letto d'un fiato!, Inoltre questo romanzo mi ha fatto scoprire uno scrittore che non conoscevo, ma del quale desidero leggere qualche altra opera!
Io ho letto questo libro in inglese, perchè l'avevo comprato a Londra, ma è edito anche in Italia da Neri Pozza.
"The Palace lay at the exact centre of Mandalay, deep within the walled city, a sprawling complex of pavillions, gardens and corridors, all grouped around the nine-roofed hti of Burma's kings. The complex was walled off from surrounding streets by a stockade of tall, teak posts. At each of the four corners of the stockade was a guard-post, manned by sentries from te King's personal bodyguard. It wasto one of these that Queen Supayalat had decided to climb."
Amitav Ghosh, "Il Palazzo degli Specchi", NeriPozza.
Nessun commento:
Posta un commento